18 ottobre 2011

Appello dell'Unicef per la liberazione dei minori palestinesi detenuti in Israele



Nei giorni in cui si viene a concretizzare la prima fase dello scambio di prigionieri tra Hamas ed Israele, che prevede la liberazione di Gilad Shalit e di 1.027 Palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, molti notano con rammarico come – quanto meno in questa prima fase – non sia previsto il rilascio di alcuno degli oltre 160 ragazzini palestinesi attualmente detenuti in Israele.

Sono esattamente 164, infatti, i Palestinesi minori di 18 anni rapiti (loro sì, altro che Shalit…) nel cuore della notte dai loro letti e dalle loro case e buttati a languire dentro le carceri israeliane, in violazione di svariate norme e convenzioni internazionali.

E ben 35 di loro hanno un’età compresa tra i 12 e i 15 anni

Gerusalemme, 17 ottobre 2011. Oggi l’Unicef, a seguito dell’annuncio del rilascio di prigionieri palestinesi come parte di un accordo per uno scambio di prigionieri, ha lanciato un appello al governo israeliano affinché liberi tutti i giovani palestinesi attualmente in stato di detenzione militare da parte di Israele.

Alla data del 1° ottobre, erano 164 i Palestinesi di età inferiore a 18 anni detenuti dalle autorità israeliane, la maggior parte dei quali con l’accusa di aver lanciato pietre. Non è chiaro se la lista dei 1.027 prigionieri palestinesi che verranno rilasciati in due fasi includa dei minori.

“L’Unicef chiede al governo israeliano di rilasciare i giovani palestinesi detenuti in modo che possano riunirsi alle loro famiglie”, ha dichiarato Jean Gough, Rappresentante Speciale dell’Unicef nei Territori palestinesi occupati. “Come stabilito dalla Convenzione sui Diritti del Fanciullo, la detenzione dei minori dovrebbe essere utilizzata solo come misura di ultima istanza e per l’appropriato periodo di tempo più breve”.

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